Il Signore di Parigi by Alexander Lernet-Holenia

Il Signore di Parigi by Alexander Lernet-Holenia

autore:Alexander Lernet-Holenia [Lernet-Holenia, Alexander]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-04-08T22:00:00+00:00


Quanto a Brakenbourg, trascorse la mattina dell’esecuzione più morto che vivo. Dopo aver rinunciato a un piano disperato che covava dentro di sé – quello di liberare all’ultimo momento l’amata con la forza delle armi –, giacché non voleva agire contro la decisione del re che era per lui sacra, cadde in uno stato di completa apatia. Ma quando giunse l’ora in cui fu costretto a dirsi che Madelon non viveva più, si gettò dal letto su cui era rimasto fino allora disteso, fece preparare una carrozza e ordinò con voce stridula che si andasse subito a prendere Cazotte.

La carrozza partì veloce e tornò poco dopo con Cazotte. «Sciagurato!» lo investì il conte. «Funesto imbroglione! Balordo ciarlatano! La gente non fa che parlare delle tue dissennate profezie, i pensieri di tutti girano intorno alle sventure che hai predetto, la tua fama di veggente ti colloca tra i profeti – eppure, al posto di tutti quelli di cui hai preconizzato la morte sul patibolo, se n’è ora andata l’unica, ad eccezione di me stesso, alla quale tu avevi predetto la salvezza. Lei, la cui vita aveva per me mille volte più valore della mia stessa, ora non è più, Vecchio puerile e ridicolo, che credevi di poter giocare con il destino! Predicendole la vita, non hai tu, piuttosto, evocato la morte sulla poveretta? Come poteva la sventura non prender gusto a mostrarti la sua onnipotenza e quanto si beffi delle tue chiacchiere? Lei, l’infelice, è la tua vittima, e che il suo sangue non ricada su altro capo che il tuo! Se almeno le tue chiacchiere insulse servissero a qualcosa, sia pure soltanto a procurarmi il conforto di perdere anch’io presto la vita... poiché tu, misero demente, hai predetto anche a me che devo salvarmi!».

E con questo, senza che l’altro potesse ribattere nulla, si precipitò fuori della stanza. Cazotte, nella sgradevole situazione di un profeta che si è sbagliato, o che deve credere di essersi sbagliato, e che non riesce in alcun modo a giustificarsi, rimase lì molto confuso. La disperazione del conte aveva scosso anche lui, e non potendo ritenere di essere stato ingannato da Dio, a cui era debitore delle proprie illuminazioni, si martoriava il cervello per risolvere l’apparente contraddizione, senza però riuscire a concepire un solo pensiero ragionevole.

In questo stato egli fu sorpreso dall’entrata, quasi di soppiatto, di un individuo che aveva chiesto del conte senza dare nell’occhio e che era stato condotto lì. Era il boia. Egli entrò, e non vedendo nella stanza altra persona che Cazotte, scambiò questi per il conte, che non conosceva personalmente.

«Signore,» disse avvicinandosi con un inchino allo scrittore, dopo un’occhiata intorno per vedere che nessuno lo ascoltasse, «mio signore, io spero che siate rimasto soddisfatto di questo genere di esecuzione. Non è stato un lavoro facile, e ho messo a rischio la mia stessa vita; tuttavia il gioco di prestigio alla fin fine mi è riuscito».

Richiamato dai propri pensieri, Cazotte lo guardò. «Chi sei?» chiese. «Che cosa desideri?». «Io, signore,» disse il boia «sono Monsieur de Paris, per servirvi».



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